Ultimo giorno del 2013.
San Silvestro.
Voi che lo festeggiate seduti al tavolo a casa dei suoceri, ballando in un locale o ficcati dentro ad un camino in campagna con gli amici, sappiate che non siete soli.
Sta per bussare qualcuno.
Nel random del mio stereo oggi è passato questo pezzo.
L’albero di Bobo Rondelli. Alcuni versi canzonati di una poesia di Giorgio Caproni.
Questa è la canzone che mi lega a mio nipote Leo.
La domenica dopo pranzo era un rituale fisso. Lo sapeva lui. Lo sapevo io.
Leo andiamo a fare la nanna? La risposta non era mai no.
Si accoccolava al collo. La testa sempre sulla mia spalla sinistra.
Gli sussurravo canticchiando queste parole nell’orecchio. Dopo qualche minuto controllavo dallo specchio che stesse dormendo e lo adagiavo nella culla.
Così in loop per un anno intero.
Sono passati tre anni e sembra una vita fa.
Mi piace pensare che un giorno, per caso, riascolterà questo pezzo e lo sentirà inspiegabilmente familiare.
“Senza di te un albero
non sarebbe più un albero.
Nulla senza di te
sarebbe quello che è”
Ieri ho acquistato l’ultimo album de I cani.
Me li vado a vedere sabato. A Bari. E non vedo l’ora.
Perchè come pochi descrivono i problemi, i disagi ed i successi della mia generazione.
Riescono a raccontare quel bisogno di leggerezza, quella nostalgia e quella malinconia che abbiamo negli occhi.
In loop ho questo pezzo stupendo.
Fa piangere. Da cani.
Ho 15 anni e con le mani in tasca sto tornando a casa anch’io
e in faccia ho freddo mentre sotto alla mia giacca sudo
E ho un groppo in gola ma non so perché,
adesso non ricordo più perché
Ricordo solo che avevo la stessa
faccia da cazzo dei pischelli che ora vedo in giro
da vero duro con problemi seri
Ti giuro è l’unica, davvero l’unica
l’unica vera nostalgia che ho…