Binario unico

In queste ore sono le parole più scritte e pronunciate : binario unico.

In queste ore riesco a percepire un altro binario unico che non è quello dove viaggiano i treni, ma quello dove scorre la nostra rabbia, la nostra impulsività, i nostri post con il dito puntato.

Uno in particolare ieri mi ha fatto riflettere e incazzare. Lo riporto qui parola per parola:

“Il Presidente del Consiglio dice che cercherà i responsabili dell’incidente ferroviario di Barletta, credo che quelli dovrebbe individuarli la magistratura. A Renzi spetterebbe il compito di rendere il servizio ferroviario dignitoso, un servizio che è abbandonato, trascurato, sottodimensionato. Muoversi in Puglia, in Calabria, in Campania, in Basilicata, in Sicilia è un’impresa da avventurieri.”

L’autore è Roberto Saviano. Un uomo che da scrittore si è trasformato in un tuttologo saccente. Da molto tempo ormai.

Un uomo che in pochi secondi ha già capito le cause dell’incidente ed individuato i colpevoli. Mentre Saviano scrive questo post non sa che la Barinord è una delle linee ferroviarie più efficienti al Sud, non sa che i treni erano nuovi e non fatiscenti, non sa che il binario unico è un tratto minoritario di quella linea e che peraltro è stato già finanziato il raddoppio.

Lui non sa, non gli interessa. Lui e a quelli come lui, a quotidiani come “Il Giornale”o telegiornali alla “Studio Aperto”, preme soltanto incanalare i nostri pensieri e le nostre emozioni sul binario unico della rabbia fine a sé stessa. Ci colpisce quando siamo più deboli e vulnerabili. Lui non denuncia, pontifica.

Io non penso che il trasporto pubblico al meridione sia decente, anzi. Penso che queste parole qualunquiste e populiste non servano a nulla e a nessuno.

Se è vero che ognuno è libero di scrivere quello che vuole è altrettanto vero che alcuni sono meno liberi di altri e mi riferisco a Saviano. Ci vuole responsabilità.

I doppi binari di cui abbiamo bisogno non sono solo quelli ferroviari, ma anche quelli della ragione, della lucidità e della buona informazione.

“Siamo mezzi svegli in un falso impero”